Parco archeologico Centocelle a Roma

Parco archeologico Centocelle a Roma

Recupero ex stazione di servizio

L’intervento ha come oggetto l’adeguamento sismico e riqualificazione della ex Stazione di servizio Agip sita nel Parco Archeologico di Centocelle. L’edificio, ad oggi in disuso diverrà la nuova sede dell’Ecomuseo urbano e verrà a costituire il fulcro del Parco. Il contesto in cui sorge il sito è oggetto di un programma di riqualificazione che prevede vari interventi urbanistici che rivedranno i percorsi ed i sistemi di accesso al parco.

L’Ecomuseo costituirà il punto di riferimento informativo per il pubblico e conterrà funzioni varie, come ristoro, sale espositive e servizi, costituendo un punto di riferimento ed un simbolo di riconoscibilità a livello architettonico.

Il richiamo alle caratteristiche storiche dell’opera risulta essere il punto di partenza per l’impatto estetico che si intende conferire: ciò che in passato è stato un punto di rifornimento di carburante, diventa oggi un punto di “rifornimento di informazioni sul Parco”. I Totem che contengono testi informativi ricordano per forma e localizzazione le vecchie pompe di benzina. L’Edificio avrà una nuova pelle costituita da un rivestimento in lamiera ondulata che rimanda per colorazione e forma al rivestimento originale in tavelle ondulate.

L’impatto estetico che si intende trasmettere consiste nel mantenere l’essenza del progetto originale di Mario Bacciocchi: lo slancio della copertura in aggetto, il gioco dei volumi con equilibrio dei vuoti e pieni, la fascia vetrata che accompagna l’edificio in tutto il suo perimetro.

LUOGO

Roma

COMMITTENTE

Comune di Roma

PERIODO LAVORI
ATTIVITÀ

Direzione Lavori
Progettazione preliminare
Progetto definitivo
Progetto esecutivo

GRUPPO DI LAVORO

Studio Paci Beta

TIPOLOGIA

Management Costruzioni
Rigenerazione Urbana

DESTINAZIONE D'USO

Polifunzionale
Pubblico

Ponte ciclopedonale Tavernelle

Ponte ciclopedonale Tavernelle

Recupero del ponte ciclopedonale

Il ponte ciclopedonale in oggetto è ubicato al fianco del ponte stradale lungo la via Flaminia SS3 a scavalco del rio Barzotto, affluente del fiume Metauro.

Il manufatto originario è stato realizzato nel 2004 con un impalcato in legno ad una campata unica di lunghezza totale pari a 29.10 m con luce netta tra gli appoggi pari a 28.60 m, vincolato con schema di semplice appoggio (cerniera-carrello) alle due spalle in c.a. fondate su 4 pali ø60 L=12 m ciascuna. Nel corso degli anni l’impalcato ligneo ha subito un degrado diffuso, con distacco parziale delle lamelle e collasso di alcuni elementi con cedimento in corrispondenza della spalla EST. L’allarmante stato conservativo dell’opera ha spinto l’amministrazione comunale alla chiusura dell’opera nel 2021. L’esigenza progettuale era quella di ripristinare il collegamento interrotto, mantenendo una geometria similare a quella esistente e consegnando un’opera finita che garantisse la corretta funzionalità per tutta la vita nominale di progetto, necessitando della minima manutenzione possibile.

Il progetto consiste nella sostituzione dell’impalcato esistente ammalorato con un nuovo impalcato metallico in acciaio Corten di luce pari a 28.60 m costituito da due travi principali di altezza pari a 100 cm, con piattabande di larghezza 300 mm e spessore 20-25 mm e anima di spessore 15-18 mm, poste ad interasse di 230 cm e collegate da traversi HEB200 posti ad interasse di 286 cm e vincolate con controventi di piano disposti a X realizzati con piatti 80×8 mm. Ai traversi si collega una trave centrale di altezza 200 mm con la funzione di supporto della pavimentazione. Il piano di calpestio viene collocato in posizione ribassata, tra le due travi principali che costituiscono parte del parapetto laterale, andando così a formare una sezione strutturale a U. Con il fine di contenere al massimo i pesi e le masse in gioco, si realizza il piano di calpestio con l’impiego di profili metallici antiscivolo, forati e bugnati che vengono fissati alla struttura principale e garantiscono lo scolo delle acque meteoriche, riproponendo quindi lo schema di smaltimento delle acque di piattaforma pari a quello originario.

Lo schema strutturale dell’impalcato permette l’impiego delle sottostrutture esistenti, lasciando invariato il tracciato planoaltimetrico della pista ciclopedonale esistente. Lo schema vincolare di progetto ha previsto la realizzazione di uno schema isostatico di semplice appoggio, eliminando quindi le autotensioni generate dalle escursioni termiche stagionali a cui è sottoposta l’opera. Sono stati impiegati apparecchi di appoggio a disco elastomerico confinato che permettono la rotazione attorno a qualsiasi asse principale, garantendo la trasmissione delle sole azioni verticale e di taglio. Lo schema vincolare ha previsto l’impiego di un appoggio fisso, due appoggi con slitta monodirezionale e un appoggio multidirezionale. Il nuovo manufatto incorpora un sistema di illuminazione realizzato mediante 15 corpi illuminanti LED  disposti lungo l’impalcato ad altezza del piano di calpestio.

Per permettere la conservazione delle sottostrutture esistenti è stata eseguita una campagna di indagini strutturali che ha permesso il raggiungimento di un livello di conoscenza LC2. Le sottostrutture sono state verificate reggiungendo l’adeguamento strutturale delle stesse nei confronti dei nuovi carichi di progetto a cui sono sottoposte. L’impalcato ligneo originario è stato smontato in unico pezzo e trasposrtato in stabilimento dove è stata eseguito lo smontaggio e la cernita dei materiali esistenti. Il nuovo impalcato metallico è stato assemblato interamente in stabilimento e trasportato in un unico pezzo in cantiere. Il varo è stato realizzato mediante sollevamento e movimentazione tramite due autogru poste a tergo delle spalle del ponte stradale esistente. Il nuovo ponte è stato collaudato ad inizio del 2024 con prova di carico statica e caratterizzazione dinamica.

Il manufatto è stato inaugurato il 24/02/2024.

LUOGO

Località Tavernelle (PU)

COMMITTENTE

Comune di Colli al Metauro

PERIODO LAVORI
ATTIVITÀ

CSE
CSP
Direzione Lavori
PFTE
Progetto definitivo
Progetto esecutivo

GRUPPO DI LAVORO

Consorzio Paci Beta

TIPOLOGIA

Infrastrutture
Management Costruzioni

DESTINAZIONE D'USO

Pubblico

Museo Diocesano di San Severino

Museo Diocesano di San Severino

Progettazione percorso espositivo e illuminazione museale

Nasce nel 2022, il Museo dell’Arte Recuperata, MARec, all’interno del Palazzo Arcivescovile di San Severino Marche (MC), che espone le opere salvate dalle chiese dell’Arcidiocesi colpite dal sisma del 2016. L’obiettivo primario del Museo è raccogliere e comporre un quadro il più possibile rappresentativo della splendida arte sacra prodotta in terra marchigiana tra il Duecento e il Settecento.

Un museo temporaneo, dunque, che prende in custodia ed espone le meravigliose opere salvate dal terremoto, in attesa che possano tornare nelle loro sedi originarie una volta ripristinate dai rovinosi danni causato dal terremoto. Sono oltre 70 le opere, tra dipinto, tavole, statue, stendardi, oggetto sacri, esposte nel nuovo allestimento museale situato al piano nobile del Palazzo, dove è stato predisposto un percorso museale che si snoda in 13 sale, compresa una sala multimediale. Sostanziale è stata la scelta di esporre le opere non in ordine cronologico o tipologico, ma per paese di provenienza, per ricostruire in ogni sala il loro luogo d’origine e appartenenza (Sala Caldarola, Sala Visso ecc.). Al secondo piano sono collocato i depositi attrezzati che ospitano altre 2500 opere che aspettano di essere restaurate o esposte ed un laboratorio di restauro professionale che accoglie restauratori, ricercatori e studenti. Al terzo e ultimo piano sono presenti alcuni uffici, una sala convegni e sale per mostre temporanee.

Studio Paci, in collaborazione con la Direzione dei Musei Diocesani, e grazie anche ad un finanziamento della Commissione Europea, si è occupato della progettazione e realizzazione del percorso museale, dell’allestimento, del progetto illuminotecnico, dell’adeguamento funzionale del Palazzo Arcivescovile atto ad accogliere le nuove funzioni e della Direzione Lavori. La realizzazione del museo è stata accolta con grande fervore dalla comunità che lo ha definito “il Museo della rinascita”, quasi a donare nuova speranza a questo territorio duramente provato dal sisma.

LUOGO

San Severino Marche (MC)

COMMITTENTE

Arcidiocesi di Camerino
San Severino Marche

PERIODO LAVORI
ATTIVITÀ

Coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione
Coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione
Direzione Lavori
Progettazione Architettonica

GRUPPO DI LAVORO

Studio Paci Srl
Ing. Stefano Pacifico Tallei

TIPOLOGIA

Allestimento
Management Costruzioni

DESTINAZIONE D'USO

Culturale
Pubblico

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